In questa chiave dell’unità fra i partiti della sinistra ricostruì (retrospettivamente, in una celebre intervista a Gianni Bisiach) le vicende del negoziato all’Arcivescovado di Milano che il CLNAI aveva tenuto con il cardinale Schuster per la resa di Mussolini, prima del 25 aprile 1945: a suo dire egli si oppose al negoziato con l’argomento formale che il PCI di Longo non era stato invitato ai colloqui. Politicamente fu tra coloro che non sostennero il centro-sinistra perché attraverso quell’accordo si sarebbero discriminati i comunisti, mettendo fine alla collaborazione tra i due principali partiti della sinistra. Nel corso del suo mandato di presidente della Camera vennero votati dall’aula di Montecitorio numerosi importanti provvedimenti: oltre allo Statuto dei Lavoratori e alla legge sul divorzio, varati entrambi nel 1970, il 18 febbraio 1971 vi fu l’approvazione dei nuovi Regolamenti parlamentari, di cui era stato uno dei principali promotori. Ma al processo d’Appello, svoltosi a Napoli dal 21 febbraio al 14 marzo 1963, e in quello di Cassazione, la sentenza fu ribaltata, assolvendo tutti gli imputati per insufficienza di prove. Al collegio di parte civile si contrappose un altro futuro presidente della Repubblica, il democristiano Giovanni Leone, difensore degli imputati. Per questo elogio, avvenuto prima della divulgazione del rapporto Kruscev con cui furono denunciati i crimini di Stalin, Pertini venne molto criticato, ad esempio da Indro Montanelli e da Marcello Veneziani; in un articolo della Fondazione Pertini si precisa che «egli nel 1953 ricordava lo Stalin difensore di Stalingrado e co-liberatore dell’Europa dalla barbarie nazista; lo Stalin al quale strinsero la mano Winston Churchill e Franklin Roosevelt» e che «Sandro Pertini ha lottato contro ogni forma di totalitarismo per la realizzazione piena di sistemi democratici fondati sulla libertà e sulla giustizia sociale» con «molte prese di posizione che Sandro Pertini assunse di petto, come era solito fare, siti di maglie da calcio anche contro il regime sovietico».

Abbigliamento - Abbigliamento Gara - Maglie Calcio - The ... Verso il terzo millennio, seguendo la moda calcistica, la nazionale irlandese ha indossato maglie più stravaganti del classico monotinta verde, a volte molto semplici, altre più elaborate con svariate sfumature di verde e inserti arancione. Nel novembre 1956 Pertini fu tra quei socialisti italiani che giudicarono molto duramente la Rivoluzione ungherese, vista come una palese reazione e un tentativo controrivoluzionario di ritorno al passato presocialista, in chiaro contrasto con le corrispondenze del giornale del partito, il cui inviato a Budapest Luigi Fossati, rendeva equilibrate eppur preoccupate descrizioni di quei drammatici giorni. Tre giorni dopo, denunciò alla Camera i soprusi delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti, sia nel capoluogo ligure, sia in altre città d’Italia. Secondo Antonio Mennini e Francesco Cossiga, nei giorni in cui circolarono le lettere di Aldo Moro, che avevano lo scopo di aprire una trattativa, Pertini avrebbe commentato dicendo: «si vede che Moro non ha mai fatto la resistenza». Secondo l’interpretazione di Pertini, infatti, l’art. Pertini, peraltro, non costituì mai nel PSI una propria corrente e vantava rapporti travagliati (quando non pessimi) con quasi tutti gli esponenti socialisti (disse di lui il compagno di partito Riccardo Lombardi: «cuore di leone, cervello di gallina».

Francesca, che si era costituita parte civile con i suoi avvocati Pertini, Sorgi e Taormina e aveva assistito a tutte le udienze del processo come muta accusatrice degli assassini del figlio, si dichiarò soddisfatta della sentenza, poiché giustizia era stata fatta non solo per il figlio ma per tutti i caduti sotto i colpi della mafia. Repubblica di Palermo gli assassini del figlio, con nomi e cognomi: quattro mafiosi di Sciara dipendenti della principessa Notarbartolo, la proprietaria del feudo dal quale Carnevale era riuscito a far scorporare una piccola porzione di terre incolte da far assegnare ai contadini in base alla legge: l’amministratore del feudo Giorgio Panzeca, il magazziniere Antonio Mangiafridda, il sorvegliante Luigi Tardibuono e il campiere Giovanni Di Bella. Pertini ricordò come «luminosi esempi» per la sua formazione politica i nomi di Giacomo Matteotti, di Giovanni Amendola, di Piero Gobetti, di Carlo Rosselli, di don Giovanni Minzoni e di Antonio Gramsci, suo indimenticabile compagno di carcere. Il 3 luglio Craxi tornò alla carica con la DC per un presidente socialista, indicando altri due nomi: Antonio Giolitti e Giuliano Vassalli.

Fabio Ghirelli dopo aver risolto alcune questioni politico-economiche, decide di collaborare ingaggiando due ex bandiere del Fasano: Salvatore Mazzarano e Vittorio Insanguine, che torna al Fasano dopo 9 anni. Il gioco nacque nel 1947 in Gran Bretagna, precisamente a Tunbridge Wells, nel Kent, da un’idea dell’ornitologo Peter Adolph, ispirata a un gioco da tavolo già esistente dagli anni trenta, il New Footy, creato da W. L. Keelings. Nonostante i satanelli avessero disputato un grande girone d’andata finito alla quinta posizione, il girone E venne terminato al nono posto con 20 punti, a causa dello scarso girone di ritorno, nel quale i rossoneri subirono quattro sconfitte nelle ultime cinque partite e conquistarono solamente 7 punti. La madre di Salvatore fu la prima donna nella Sicilia degli anni 1950, con il supporto del PSI nazionale e di una grande campagna di stampa del quotidiano socialista Avanti! La proposta del segretario socialista era chiara ed era rivolta in primo luogo alla DC, in quanto: «Dopo Leone, la DC deve passare la mano almeno per i sette anni di presidenza e noi poniamo la candidatura di un socialista al Quirinale». Con queste nomine i senatori a vita diventarono complessivamente sette.