Questa attività è stata di fatto avviata dopo aver acquisito il nullaosta della Procura, dopo la nomina degli amministratori giudiziari per la maggior parte delle cooperative coinvolte. Si segnala che, quanto al primo gruppo di cooperative elencato, il Ministero ha svolto nei confronti della maggior parte delle cooperative esclusivamente attività di natura ispettiva, essendo l’attività di revisione riservata alle associazioni di rappresentanza. Giova riaffermare che l’obiettivo fondamentale della vigilanza del sistema cooperativo esercitata da questo Ministero è la verifica dell’effettività dello scambio mutualistico all’interno di ogni società cooperativa e l’eventuale adozione di strumenti sanzionatori di natura amministrativa, intesi a salvaguardarne l’integrità, ovvero a disporne la liquidazione in caso di irregolarità insanabili. Ebbene, se una cooperativa si iscrive ad una di queste associazioni, può essere controllata dalla stessa associazione. Nel caso di cooperative aderenti alle associazioni nazionali di rappresentanza, come la Cooperativa sociale 29 giugno, il primo livello dei controlli è svolto dalle stesse associazioni, mentre il controllo ministeriale si esplica attraverso un controllo ispettivo, attivato sulla base di segnalazioni di pubblica autorità, esposti di privati o sulla base di specifici programmi ispettivi anche presi a campione. Partiamo con il Consorzio nazionale servizi, società cooperativa Bologna, ispezione straordinaria del MISE marzo 2015; esito: non si è dato corso alla proposta di gestione commissariale a seguito degli adempimenti posti in essere dal consorzio.

È successo questo. Dal 2009-2010 in poi si è vista una continua decurtazione di questi fondi, fondi che vengono versati dalle cooperative proprio per essere controllate e non capiamo con quale finalità il Ministero dell’economia e delle finanze vada a togliere queste risorse al Ministero dello sviluppo economico per fare i controlli. Succede che il Ministero dell’economia e delle finanze va a tagliare quei fondi e quelle risorse utili per fare i controlli. Noi veramente lanciamo questa accusa al Ministero dell’economia e delle finanze e anche al Presidente del Consiglio dei ministri; secondo noi, c’è stata la vera intenzione di ridurre i controlli sulle cooperative; e, quindi, praticamente in Italia cosa sta succedendo ? Perché i controlli sulle cooperative possono essere svolti da due soggetti principali, due categorie di soggetti: o il Ministero o le associazioni nazionali. E qui nasce un grandissimo conflitto di interesse, perché, se io mi associo a qualcosa, è logico che, magari, posso sperare che i controlli siano, diciamo così, più semplici e più facilmente aggirabili rispetto al controllo dello Stato, perché sull’altra metà delle cooperative italiane, cioè sulle cooperative non iscritte alle associazioni nazionali, il controllo viene svolto dal Mise, maglia nuova inter dal Ministero dello sviluppo economico.

In tutti e tre gli enti erano stati nominati dal tribunale di Roma gli amministratori giudiziari. Il MISE in particolare si è fatto carico della decisione scaturita dalle risultanze ispettive al fine di coordinare le conseguenti azioni con gli eventuali altri provvedimenti posti in essere dal competente tribunale di Roma. A seguito dei provvedimenti adottati dal GIP del tribunale di Roma in data 16 marzo 2015 il Ministero ha dato avvio, come di prassi in casi analoghi, ad un’attività ispettiva Pag. L’inchiesta della procura della Repubblica di Roma, i provvedimenti di sequestro e il commissariamento che ne sono scaturiti hanno posto in evidenza, ancora una volta, la duplice necessità di rivisitare, da una parte, il sistema dei controlli pubblici e di valorizzare, dall’altra, gli strumenti esistenti anche attraverso ogni opportuna forma di coordinamento istituzionale. E, se è così, è una cosa molto grave, quindi noi chiediamo al Governo non solo di dirci se sulle varie cooperative legate al fenomeno «Mafia capitale», Gesconet e CARA di Mineo sono stati svolti controlli da chi e quando, ma chiediamo di fare al più presto per riuscire a dare al Ministero dello sviluppo economico le risorse corrette e giuste affinché questi controlli vengano svolti in modo puntuale e preciso.

Nel caso Gesconet attraverso San Marino e poi in Svizzera, e probabilmente è successa la stessa cosa anche con Mafia Capitale: 1,7 miliardi di euro tolti allo Stato; 1,7 miliardi di euro, un decimo del reddito di cittadinanza, di quanto servirebbe per fare il reddito di cittadinanza; 1,7 miliardi di euro, che potrebbero servire per mettere a posto circa, non lo so, Pag. E, tra l’altro, se non mi sbaglio, anche la Camera dei deputati aveva affidato dei lavori a società o cooperative legate a questi grandi consorzi, tra cui, appunto, il consorzio Gesconet e i consorzi a sé legati. 22straordinaria nei confronti della Cooperativa 29 Giugno, degli enti cooperativi e dei consorzi di cooperative riconducibili alle indagini in questione. Per ciò che attiene in particolare ad alcune delle società cooperative citate nell’interpellanza dall’onorevole Pesco, rappresento che sono state disposte le ispezioni, sia nei confronti delle società cooperative di produzione e lavoro, 29 giugno servizi, della società cooperativa sociale 29 giugno, e della Eriches 29 Consorzio di cooperative sociali.