Succede spesso che un club veda il proprio periodo di gloria racchiuso in un breve lasso di tempo e il caso del Parma, in questo senso, appare emblematico: la seconda metà degli anni ’90 vide il club emiliano rendersi protagonista di pagine sorprendenti di calcio, in Italia come all’estero, con giocatori di primo piano e con una divisa in particolare rimasta nella storia. Alla fine degli anni ottanta, la squadra raggiunse il gradino più alto della sua storia approdando in Serie C2, riuscendo a mantenere la categoria per due stagioni (campionati 1989-1990 e 1990-1991), grazie anche all’influenza e al finanziamento indiretto della Roma, che sotto la presidenza di Dino Viola cercava nell’Ostiamare giovani promettenti da poter valorizzare, tra cui Daniele De Rossi che negli anni novanta militò nelle giovanili con la maglia numero nove, prima di passare alla Roma dove in segno di riconoscenza ed attaccamento ai colori della squadra lidense, nella sua carriera professionistica giocò sempre con un parastinchi dedicato alla squadra. Dall’altra parte troviamo l’Atalanta, un club che negli ultimi anni ha sorpreso tutti con le sue prestazioni in Serie A e nelle competizioni europee. Negli ultimi anni quello più conosciuto è Alè Avellino di Tony D. Dalla fine degli anni settanta, prima dell’inizio della partita viene riprodotta una versione strumentale di Yellow Submarine dei Beatles.

Durante lo show, destinato ai bambini ma apprezzato anche da altre fasce d’età, viene presentata la realizzazione di piccoli lavori artistici con vari materiali, come ad esempio, tra i più usati: scatole, nastro adesivo, pennarelli, carta, carta igienica, fogli di giornale, colla vinilica, forbici dalla punta arrotondata e molto altro. Una storia di vita e di sport di Pier Paolo Paganelli: erano stati i suoi commercialisti a invitarlo a un incontro dove gli fu proposto di investire in delle gare truccate, ma lui rifiutò; ciononostante venne coinvolto nello scandalo poiché, durante la perquisizione del 1º giugno 2011, la polizia trovò nella sua abitazione un pizzino sospetto scritto da lui, con le richieste di uno dei partecipanti di quella riunione. La variante in .303 era montata anche sugli Hawker Hurricanes consegnati alle forze aeree sovietiche durante la Seconda guerra mondiale. Una volta salito, mentre la corsa riprendeva sbatacchiando tra il verde, seppi che il ponte sopra il Tanaro era stato interrotto e là bisognava discendere. Sotto il portico si parlava di pioggia e di strade, di condotte, di qualcosa di grosso che succedeva nella valle del Tanaro. Qui ci trovai della gente e dei carri; era un portico di stallaggio, qualcuno seduto sui fagotti rideva.

Per giugno, era freddo. Io dissi che andavo in un certo paese; chiesi soltanto se era facile risalire la vallata. In quei giorni non c’erano né padre Felice né il rettore, erano andati a Torino – io li aspettavo per sentire se sui treni si correvano rischi. C’erano donnette, viandanti, carrettieri. Da qualche giorno lassú ci operavano i tedeschi e soltanto le donne dormivano nelle case. Passavano ragazze in bicicletta, né tedeschi né militi; io morsi il mio pane e guardavo le piante, la collina selvosa, il cielo aperto – invidiai Dino che da mesi correva i sentieri. Rividi il mio ponte di ferro, maglie da calcio shop dove da bimbo facevo rimbombare i passi. Allora presi il mio sacco e me ne andai. Nonostante il ritiro dall’attività agonistica di molti campioni della «generazione d’oro» croata, la nazionale rimase imbattuta nelle qualificazioni (5 vittorie e 3 pareggi in 8 partite) e si qualificò per Corea del Sud-Giappone 2002 in qualità di vincitrice del proprio raggruppamento. L’inizio campionato è da dimenticare, nelle prime sei partite arriva solo un punto, la prima vittoria arriva a dicembre in una gara esterna contro il Potenza, ma sarà solo una piccola soddisfazione in un mare di ulteriori sconfitte, come quella contro il Cosenza finita 5-2, con una doppietta dell’ex Sudati.

La salvezza matematica è raggiunta con due giornate d’anticipo grazie alla vittoria casalinga per 4-1 contro il Cittadella. Fortunatamente per la Celeste, per il torneo di calcio alle Olimpiadi di Amsterdam 1928 il Sudamerica ha diritto a 3 posti, che vengono assegnati alle prime due classificate (Argentina, Uruguay), più un’altra squadra (Cile). Dopo un solo anno in occasione dei festeggiamenti per il 75º anno di attività, la squadra torna alla sua denominazione originaria. Per salire sul treno senza tornare a Torino, dovevo dar le spalle alla collina, e camminare sotto il sole strade ignote. Inoltre sentii che pattuglie percorrevano il treno e fermavano chi non aveva un permesso speciale. Ebbi tempo a seccarmi della banchina, della piccola stazione, del versante dei colli. Feci in tempo a orientarmi e sotto le prime folate d’acqua mi cacciai in un cortile coperto. Ma ad Asti le nuvole basse riempivano il cielo, si levò il vento e il crepuscolo cadde subito; quando saltammo giú dal treno, a noi non badò nessuno. Io scrutavo la strada, se ci fossero posti di blocco, e vidi in fondo all’orizzonte, tra i pali e le nuvole basse, un azzurrino leggero e un po’ brullo. M’incamminai lungo il binario, e nella luce livida del piovasco vidi cabine e serbatoi maciullati, grosse buche, pali rotti.